In Gran Bretagna si limita il diritto a manifestare.
- CinaMassaggi
- 19 mar 2021
- Tempo di lettura: 3 min
L' Economist
* La stretta di Boris Johnson contro il diritto di manifestare (con l’aiuto della pandemia)
(Elena Tebano) La prossima settimana il parlamento inglese deciderà se approvare la cosiddetta «Legge 2021 su polizia, crimine, sentenze e tribunali» voluta dal governo di Boris Johnson. Visti i rapporti di forza la sua approvazione è praticamente scontata. Secondo il governo britannico la legge intende «sostenere la nostra polizia dotando gli agenti dei poteri e degli strumenti necessari per mantenere se stessi e tutti noi al sicuro; introdurre sentenze più severe per i criminali peggiori e porre fine al rilascio automatico a metà sentenza per i reati gravi; migliorare l'efficienza del sistema di corti e tribunali modernizzando i processi giudiziari esistenti». Secondo il settimanale Economist, che la critica duramente in uno dei suoi editoriali, include invece «disposizioni che starebbero comodamente nei codici russi o cinesi». Come quella che «aumenta la pena massima per chi deturpa un monumento da tre mesi a dieci anni e permette alla polizia di limitare le proteste se il rumore che fanno ha un “impatto rilevante” sulle persone nelle loro vicinanze». Come nota il settimanale, visto che l'obiettivo di ogni protesta per definizione è «avere un impatto sulle persone vicine» di fatto la nuova norma dà alla polizia il potere di reprimere le manifestazioni. Considerato quanto successo la settimana scorsa nel caso della veglia (solo una veglia, appunto) in memoria della 33enne Sarah Everard, la giovane donna rapita e uccisa a Londra (da un poliziotto, sospettano gli inquirenti), repressa duramente dalla polizia metropolitana londinese, la preoccupazione dell'Economist - e degli attivisti per i diritti civili - è più che comprensibile. In particolare secondo il settimanale la clausola sui monumenti è una spia del tipo di manifestazioni che il premier Boris Johnson e il suo governo vogliono reprimere. «C'è stata una recrudescenza delle proteste negli ultimi due anni, specialmente da parte di Black Lives Matter (Blm) e Extinction Rebellion (Xr). Le proteste Blm hanno preso di mira le statue legate alla tratta degli schiavi e all'impero; persino Winston Churchill è stato imbrattato con la vernice. Xr ha causato disordini a Londra con una serie di proteste spettacolari nel 2019, e il primo ministro teme senza dubbio di essere messo in ombra alla conferenza globale sul cambiamento climatico Cop26 a Glasgow in novembre da un gruppo di protesta con un simile talento per le immagini drammatiche» scrive l'Economist. Sono preoccupazioni che però non possono legittimare una tale riduzione della libertà di espressione e assemblea, anche perché - ricorda il settimanale liberista - «la maggior parte di quello che ora si chiama progresso politico è iniziato come protesta». Come è possibile che il Regno Unito, patria dei diritti civili fin dalla Magna Carta del 1215 (il documento che stabiliva che non si potessero imprigionare gli aristocratici senza un processo), vada verso una simile limitazione di diritti democratici di base? Secondo l'Economist è un effetto della pandemia che ha creato dei precedenti "pericolosi". Il 7 marzo per esempio un'infermiera è stata multata con un sanzione da 1o mila sterline (11.600 euro) in base alle leggi anti Covid, dopo aver organizzato una manifestazione a cui hanno partecipato 40 persone per chiedere un aumento di stipendio. Un fatto che cozza per altro con la gratitudine nei confronti di medici e dipendenti del sistema sanitario proferita più volte a parole da Johnson in persona. «Dopo aver trascorso gran parte di un anno rinchiusi per decreto, gli inglesi nati liberi sono meno incisivi nella difesa delle loro libertà» nota ancora l'Economist. La maggioranza pensa che le proteste dovrebbero essere illegali durante la pandemia. «Questa compiacenza è pericolosa quanto l’atteggiamento illiberale del governo. I britannici possono dare per scontate le loro libertà ora, ma hanno dovuto difenderle in passato e lo faranno ancora. Questo è ciò che ha portato Churchill - l'eroe del primo ministro - su un piedistallo. A meno che Johnson non cestini questo disegno di legge marcio, farà più danni all’eredità di Churchill di qualsiasi manifestante che spruzza vernice» conclude il settimanale. È possibile che il governo cambi o ritiri il provvedimento. Ma intanto la deriva illiberale del populista Johnson è un segnale molto preoccupante.
Comentarios