Prima i NUOVI italiani....
- CinaMassaggi
- 8 ott 2021
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 11 ott 2021
L’Italia che cambia al voto si è scontrata con chi non cambia mai. O meglio con la roccaforte della politica tradizionale. E infatti, pochi degli oltre cento candidati di origini diverse sono riusciti a farsi eleggere alle elezioni amministrative che ricorderemo per un aumento allarmante dell’astensionismo e per una campagna elettorale in cui non si è parlato di tanti temi cruciali, fra cui l’inclusione e le migrazioni. Già, perché un conto è candidare giovani con origini straniere per sottolineare la necessità di apertura mentale verso il multiculturalismo e un altro poi è sostenerli concretamente. In ogni caso lo avevo già detto e lo ribadisco: è solo questione di tempo. Per questa ragione vi segnalo alcuni dei nomi di quelli che ce l’hanno fatta alla grande. Rappresentano un’avanguardia da non guardare solo come figli di immigrati che rappresenteranno immigrati ma come consiglieri comunali o municipali eletti per occuparsi del loro Paese. A Milano Mattia Abdu, di cui vi avevo parlato all’inizio della campagna elettorale, è diventato presidente del Municipio 1, centro storico della città, dove c’è stata la carica dei giovanissimi alle prime armi.
A Bologna ce l’ha fatta Siid Negash, origini eritree, 41 anni, operatore di strada e presidente di Next Generation Italy, un’associazione che si occupa di interculturalità e integrazione a Bologna dal 2008. Dopo la vittoria ha detto, con ironia: «Uno strano come me in Consiglio comunale non c’è mai stato». Siid Negash è stato il più votato della lista civica del neosindaco Matteo Lepore, con 327 voti e fa parte anche della rete IDEM network. Lui è il primo consigliere comunale di origine africana eletto a Bologna. Sposato con una cittadina bolognese, ha sottolineato l’importanza della mixité: «Abbiamo due figli e a questo elemento meticcio ho sempre dato una grande importanza nella mia storia».

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